Recupero e riqualificazione di una cascina storica in co-housing familiare

Il recupero di una cascina storica suddivisa in quattro unità immobiliare ha permesso di sperimentare soluzioni bioedili innovative
26
Feb

Co-housing in bioedilizia | Milano

 

Il recupero di una cascina, parzialmente realizzato in autocostruzione con materiali naturali e soluzioni innovative, mostra le possibilità di una riqualificazione a ridotto fabbisogno energetico con tecniche bioedili a basso impatto ambientale e alta qualità indoor

 

Il recupero di una cascina con tipologia a ballatoio, un edificio storico risalente a metà dell’Ottocento nel centro storico di Quinto Romano, è diventata non solo l’occasione per realizzare un cohousing a livello familiare ma anche per sperimentare tecniche innovative di bioedilizia e garantire una gestione basata totalmente su energie rinnovabili.
Il cohousing è costituito da quattro unità immobiliari con spazi comuni e superfici verdi, oltre a lavanderia, un laboratorio, attrezzeria e una gestione delle energie in comune per l’intero immobile. Il progetto rientra tra gli obiettivi del comune di Milano per la valorizzazione e recupero delle periferie e in particolare dei centri storici spopolati.
L’intervento ha mirato a una riqualificazione energetica tendente al livello nZEB in sinergia con un recupero basato su materiali specifici della bioedilizia e tecniche anche innovative grazie all’esperienza dell’architetto progettista e committente. I proprietari, inoltre, hanno partecipato direttamente alla realizzazione degli interventi, in particolare per l’applicazione di tecniche bioedili, in affiancamento alle imprese affidatarie che hanno effettuato il grosso delle lavorazioni.
Elevati livelli di coibentazione e accumulo termico con materiali naturali, serramenti triplo vetro ed estrema cura nella risoluzione dei ponti termici hanno ridotto drasticamente il fabbisogno energetico di tutte le unità ai livelli di un nZEB o di una casa passiva. La grande disomogeneità delle falde esistenti rispetto ai fabbricati limitrofi è stata il motivo del rifacimento totale della copertura con una sopraelevazione con una struttura in legno a telaio che ha permesso di recuperare il sottotetto a fini abitativi. È stato così possibile raccordare i colmi e le falde agli edifici limitrofi creando un corpo unico armonico a livello di borgo cascine. L’inserimento delle finestre in falda è stato ridotto al minimo necessario per ottenere i corretti rapporti aeroilluminanti degli ambienti della zona notte all’ultimo piano.
Le murature sono state consolidate e sono stati realizzati nuovi solai in legno intervallati da putrelle. Esternamente si è intervenuti anche per omogenizzare i corpi di fabbrica, i materiali e i colori dell’edificio esistente, lasciando leggibile l’evoluzione cronologica del fabbricato, grazie a un leggero arretramento della parte in sopraelevazione, pur mantenendo la stessa finitura a calce del resto della facciata. Per evitare ponti termici e ridare leggerezza al per- corso di collegamento al primo piano, è stato rifatto il ballatoio sostituendo la preesistente soletta in c.a. con una struttura in metallo e pietra che si distacca dalla facciata risolvendo i ponti termici mentre, per garantire maggior luce alle finestre all’ultimo piano, sono state inserite tegole trasparenti nello sporto della copertura.