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Mar

Facciate vegetali: benefici e innovazione

Lo sviluppo urbano, nel corso dei secoli, ha modificato radicalmente l’immagine della città, soprattutto per ciò che concerne l’ambiente metropolitano, in un approccio funzionalista legato a logiche di sviluppo economico che hanno eliso dal contesto urbano buona parte del verde che ne punteggiava il tessuto. Ma in questi ultimi anni, in funzione di una pulsione socio-culturale legata ai temi della sostenibilità e dell’ambiente in genere, si assiste al proliferare di soluzioni architettoniche di vario genere che integrano apparati vegetali nei sistemi di chiusura tanto quanto nelle partizioni tra ambienti interni e tra spazi esterni. Non si tratta chiaramente di una rinnovata tensione verso la natura quanto di una ritrovata consapevolezza dei benefici che l’uso della vegetazione può indurre.

La contaminazione tra organico e inorganico è quanto mai oggi fonte di interesse per i ricercatori e presagita, come spesso accade, nelle cinematografia da fantascientifiche rappresentazioni in cui forme biologiche ispirate alla natura fungono da sistema di difesa (o anti-effrazione) essendo integrate ai rivestimenti degli edifici. Tale ibridazione rappresenta una tendenza che interessa trasversalmente il mondo del design: dalla progettazione di oggetti a quella di edifici, l’integrazione di apparati vegetali evoca e simboleggia un rinnovato approccio alla concezione materiale dei manufatti, nella direzione di una migliore integrazione con le dinamiche eco-logiche. In tal senso le ricerche sulla sostenibilità hanno condotto verso un modello di costruzione che va a sostituire quello prettamente “consumistico” in cui l’edificio è luogo di trasformazione di aria, energia, acqua e materie prime, mediante un meccanismo che lascia spesso risorse inutilizzate, in scarti (aria viziata, calore disperso, acqua di scarico, rifiuti…): l’ecocompatibilità sollecita, infatti, un rinnovato rapporto tra architettura e natura, nel quale l’edificio sostituisce al consumo l’utilizzo delle risorse impiegate e, in quest’ottica, instaura relazioni complesse con l’ambiente circostante, con particolare attenzione ai cicli dell’aria, dell’acqua e dell’energia in genere. (…)

⇒ l’articolo completo è stato pubblicato sul 12 di azero (vai all’indice)