Il progetto di casa “UD”, partendo dall’esigenza del committente, era finalizzato al recupero di un edificio antico edificio in pietra del 1834, in un luogo caratterizzato dall’assenza di auto, a Chamois, piccolo borgo della Valle d’Aosta.
L’edificio è di dimensioni tali da rappresentare una sorta di “existenzminimum” dettato dalle regole imposte dall’ambiente esterno e costruito intorno all’uomo e ai suoi movimenti. La struttura di tetto, pareti e solai, in telai prefabbricati in legno e paglia di riso, montati in quattro giorni, assolvono in pieno le funzioni strutturale ed energetica (7 kW/m2). L’utilizzo di soli materiali di origine naturale a bassa energia grigia, il rivestimento esterno in pietra locale a spacco, il ballatoio e gli elementi a frangisole in legno utilizzati in prospetto, integrano l’edificio al borgo esistente e rimandano agli archetipi dell’architettura tradizionale alpina. Le finiture in argilla all’interno regolano l’umidità in modo naturale nei vari ambienti.
Reinterpretando i caratteri e gli stili peculiari dell’architettura alpina in chiave low-tech è stato possibile realizzare un edificio di elevata qualità che, allo stesso tempo, eccelle per le sue prestazioni riducendo al minimo l’impronta ecologica generata e limitando al massimo l’impatto sull’ambiente circostante.
L’edificio gode di un’ottima esposizione e di ampie vetrate a sud che, oltre all’apporto solare passivo, contribuiscono al dialogo tra interno ed esterno.
Progettisti: arch. Tiziana Monterisi, arch. Elia Sbaraini, arch. Francesco Bordogni, ing., Marco Vismara
Collaboratori: Simone Bruni (studente di architettura); Sara Crotta (studente di architettura); Dario Zordan; ing. Costante Bonacina; ing. Carlo Micheletti; geologo Elena Cogo; geom. Andrea Mantovani