Alnatura Campus, Darmstadt (D)
Nella prima periferia a sud-ovest di Darmstadt, la nuova sede operativa di Alnatura, ditta tedesca operante nel biologico, si presenta alla città con una forma semplice ma d’impatto, grazie ai suoi muri di terra battuta dalla forte presenza aptica che svolgono anche un’importante funzione tecnologica e di (basso) impatto ambientale. L’Alnatura Campus, giacché si tratta della riqualificazione di un’area di ca. 55.000 m2, sorge sul sito di una ex caserma nella prima periferia della città dell’Assia e l’edificio che ospita gli uffici, definito anche con l’espressione Alnatura Arbeitswelt (il mondo del lavoro Alnatura, ndt) ricorda a malapena un fabbricato terziario convenzionale, con il suo sviluppo su tre piani e una superficie di circa 10.000 m2 per i quasi 500 dipendenti che vi lavorano al suo interno. Una sorta di grande capannone alto ben oltre 12 m, inondato di luce e aria, sostanzialmente orientato a est-ovest sui suoi lati lunghi, opachi, completati dai lati corti rivolti a nord e a sud (dove si colloca l’entrata principale) completamente vetrati, un tetto a doppia falda non così scontato.
Ciò che più colpisce sono tuttavia le sue imponenti pareti in terra battuta che rimangono a vista sia esternamente che internamente. E quando si entra nell’edificio, lo spazio sembra “espanso”, grazie nuovamente ad alcune scelte architettoniche che supportano fortemente questa sensazione: un unico, grande open space. Gli uffici di Alnatura, infatti, non sono cubicoli separati da elementi più o meno portanti ma postazioni distribuite in un grande ambiente che si snoda su 3 piani ai quali si accede da scale che si intersecano al centro e che, assieme a ponti e a passerelle, creano connessioni e arricchiscono l’esperienza spaziale. Il tetto spiovente racchiude l’atrio senza limitarlo, grazie anche alla grande finestra a nastro sulla falda a nord dalla quale entra costantemente luce naturale. Una descrizione così “ariosa” potrebbe far pensare a un edificio che necessiti di molta tecnologia per funzionare e garantire un sufficiente livello di comfort indoor, sia termico che acustico, eppure, grazie ai materiali utilizzati nella costruzione, allo sfruttamento oculato delle condizioni climatiche locali e a una progettazione bioclimaticamente ben ponderata, il consumo di energia è molto basso.
Un obiettivo, questo, che i progettisti dello studio Haascookzemmrich STUDIO2050 hanno raggiunto collaborando con la Technische Universität di Monaco di Baviera e che ha portato all’impiego di una modalità costruttiva in terra battuta, dotata di riscaldamento radiante a parete collegato a un impianto geotermico. Anche la posizione e l’orientamento, attentamente definiti in base a considerazioni legate agli elementi e all’ambiente naturali, hanno prodotto il risultato architettonico che si può ammirare oggi. Naturalmente ventilati tutto l’anno, gli uffici rinunciano completamente a unità di ventilazione e condizionamento usuali che consumano risorse e richiedono molta manutenzione. Piuttosto, a tale scopo, essi sfruttano il bosco che si trova a ovest come fonte di aria fresca, fatta passare attraverso due torri di aspirazione in un canale di terra e, da lì, negli ambienti. Insomma, un’applicazione di low-technology per raggiungere una high-sustainability.
Fotografie © Roland Halbe
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