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Dic

Edificio per uffici in Belgio

Riqualificare a 360°

Molte persone – anche alcuni professionisti – sostengono che il raggiungimento di standard elevati di prestazione energetica nelle ristrutturazioni sia pressoché impossibile; tuttavia questa affermazione viene quotidianamente smentita da eccellenti esempi di riqualificazioni energetiche di edifici esistenti, siano essi fabbricati autonomi o strutturalmente connessi con altri, di cui Projet 55 a Mons è uno di essi.

Project 55

Al centro, con la facciata di mattoni rossi, la porzione di edificio riqualificata

Questo recupero nasce infatti dalla volontà dei progettisti di dimostrare che è possibile riqualificare un immobile in modo esemplare e secondo principi passivi, tenendo contemporaneamente conto di altri aspetti quali, ad esempio, l’utilizzo di materiali ecologici, la gestione sostenibile dell’acqua, la mobilità dolce, il comfort e il benessere degli occupanti.

Il fronte retrostante dell’edificio con evidente l’ampliamento volumetrico, che degrada con tre successive terrazze fino all’area verde

Per raggiungere tale obiettivo, gli architetti sono andati alla ricerca di un immobile esistente da trasformare nei loro uffici, esaminando soprattutto edifici in  linea, poiché il 50% delle abitazioni della Vallonia rientra in questa tipologia, e in cattive condizioni, in quanto gli edifici in linea solitamente presentano più difetti e problematiche di quelli isolati.

Per soddisfare le esigenze spaziali degli architetti, sono stati demoliti la facciata posteriore e i solai interpiano, dopo aver accertato l’impossibilità di un loro recupero, provvedendo alla ricostruzione dei volumi con un sistema costruttivo in legno a telaio

La scelta è dunque ricaduta su una casa signorile, il cui prospetto principale è tutelato dall’Inventaire du Patrimoine di Mons e che si affaccia su Boulevart Albert Elisabeth lungo la cintura periferica di viali che circondano il centro storico della cittadina belga.

L’edificio, situato a pochi passi dal centro città, è posto in un luogo facilmente accessibile, essendo ben servito dai mezzi pubblici – a 50 m si trova una fermata dell’autobus e la stazione ferroviaria è raggiungibile in 15 minuti; queste caratteristiche contribuiscono, anche se in minima parte, a favorire una mobilità sostenibile, a decongestionare il traffico e a ridurre l’inquinamento dovuto ai trasporti, che nella Regione sono responsabili del 25% del consumo di energia, dato questo in costante aumento.

La riqualificazione del fabbricato è iniziata con l’identificazione delle strategie progettuali, chiare fin da subito visto l’obiettivo prefissato, quali: l’isolamento dall’interno, il ripristino del balcone a lavori ultimati e il recupero della forma a T dei serramenti della facciata principale da riportare alla sua allure originaria attraverso un trattamento dei tipici mattoni rossi, la separazione termica dell’involucro dagli edifici adiacenti e, infine, la demolizione e ricostruzione dei vecchi solai e del prospetto retrostante che mostravano problemi statici e di tenuta all’acqua.

All’interno gli spazi, vista la mutata destinazione d’uso, sono stati ripensati e riadattati alle nuove esigenze, lasciando al centro un vano tecnologico, riproposto a ogni piano, e sul davanti e sul retro a ciascun livello aree libere per uffici e sale riunioni, queste ultime a disposizione anche delle piccole aziende locali.

Queste trasformazioni si basano sul concetto di flessibilità, favorita dai progettisti, gli architetti Elie Delvigne e Xavier Bachelart, secondo i quali gli edifici “…devono essere in grado di adattarsi nel tempo alle necessità degli occupanti senza costi aggiuntivi.” (…)

→ l’articolo continua sul numero 24 di azero