vista dal cortile verso l'interno
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Dic

Edificio residenziale / terziario a Reggio Emilia

(…) Prima di ogni operazione di risanamento energetico occorre procedere (se e dove necessario) al recupero tipologico dell’edificio esistente: leggere il tipo esistente, recuperarne la percezione degli spazi, conservare gli elementi salienti e innovare sugli elementi non più percepibili, con l’accortezza di migliorare ove possibile l’indice di compattezza dell’edificio, che sarà molto utile in sede di rigenerazione energetica. (…)

Definito il programma architettonico e tipologico, ci si può concentrare sull’intervento di risanamento energetico ponendosi come obiettivo un’elevatissima efficienza energetica (…) In un contesto storico non possiamo intervenire con l’isolamento esterno, detto anche a “cappotto”, sicuramente più efficace di quello intermedio e di quello interno. La soluzione sta pertanto nell’applicazione dello strato termoisolante sulla faccia interna della parete esterna. Dal punto di vista energetico non è una soluzione ottimale, perché foriero di pericolosi ponti termici, devastanti per un edificio a elevata efficienza energetica. L’isolamento interno, inoltre, altera le proporzioni degli spazi abitativi e ne riduce le superfici, soprattutto se vogliamo raggiungere standard molto elevati. Per un recupero a elevata efficienza energetica, occorre quindi lavorare su alcuni principi:
– sperimentazione d’isolanti a elevato potere coibente con bassi spessori (isolanti sottili termoriflettenti, isolanti con aerogel, pannelli sottovuoto), tali da limitare la riduzione delle superfici interne e garantire elevate prestazioni energetiche all’involucro opaco. (…)
– tecniche costruttive interne a secco che limitano il pericolo dei ponti termici, riducono i tempi di lavorazione, gli spessori delle strutture e consentono un riuso dei materiali una volta dismessi. (…)
– facciata esterna della parete con intonaco termoisolante di basso spessore (…)
– coperture a elevato sfasamento e attenuazione, con isolanti ad adeguata massa e guaine riflettenti (…)
– infissi di legno a doppia camera con gas con vetri bassoemissivi (…)
– una particolare attenzione alla tenuta all’aria (infissi, scarichi, terminali impiantistici) per ridurre il rischio di insorgenza di ponti termici, oltre a contenere le dispersioni per trasmissione;
– utilizzo di impianti termici innovativi ed energie rinnovabili. (…)

Brennone21 – progetto di Laboratorio di Architettura (Andrea Rinaldi, Roberta Casarini, Pietromaria Davoli) con arch. Emilia Lampanti – è un esempio reale di sperimentazione di queste metodologie. Tipo edilizio a schiera a profondità elevata nel centro storico della città di Reggio Emilia, occupato da due unità abitative e due spazi destinati a terziario, è l’insieme di una serie d’interventi di recupero tipologico ed energetico che conducono l’edificio ad annullare l’immissione di gas serra in atmosfera (Carbon Zero) per il suo riscaldamento.

stato di fatto

lo stato di fatto dell’edificio

Il recupero dell’edificio mira innanzitutto alla corretta percezione del tipo edilizio: gli spazi interni sono resi ampi, flessibili e luminosi, il cortile interno esistente è restituito alla vita dell’edificio nella sua conformazione originaria, il giardino retrostante è pensato come un’estensione degli spazi interni, la scala comune riprende forma e dimensioni caratteristiche del tipo edilizio aprendosi sul cortile interno.

brennone 21

Edificio dalla storia cancellata, Brennone 21, mostra la sua nuova immagine sul percorso cittadino in un insieme molto discreto che consente una lettura in orizzontale dell’edificio: un  piano terra destinato ad autorimessa e ingresso pedonale interamente rivestito in lastre di acciaio cor-ten si contrappone a due livelli abitativi trattati con intonaco a colori tenui e aperture che cercano di reinterpretare la scansione delle aperture dell’intero fronte dell’aggregato urbano, migliorando la qualità d’illuminazione e di apporto solare degli spazi interni. Dall’androne è possibile leggere l’edificio in tutto il suo sviluppo fino al giardino retrostante mentre la scala aperta sul piccolo cortile interno ne dilata la percezione dello spazio e consente l’accesso alle unità.

cortile interno

Grandi aperture vetrate nel cortile interno e sul giardino consentono di incrementare l’illuminazione naturale, di solito carente negli ambienti della città storica. Strutture orizzontali in legno, partizioni interne in cartongesso e/o in vetro, nuove strutture verticali in acciaio, rappresentano la base di partenza dell’integrazione tra progetto e tecnologia.

Isolanti termoriflettenti, termointonaci deumidificanti, massetti a secco in perlite espansa, infissi a triplo vetro con gas costituiscono gli elementi peculiari di risanamento energetico dell’involucro esistente per ottenere un comportamento passivo dell’edificio.

Un impianto di ventilazione meccanica con recuperatore di calore (alimentato con sistema di geotermia superficiale utilizzando il giardino retrostante) addizionato a una batteria di post-riscaldamento (funzionante con pompa di calore aria-acqua alimentata da pannelli fotovoltaici) rappresenta l’unico impianto termico dell’edificio. (…)

⇒ l’approfondimento continua sul numero 12 di azero