29
Apr

Scelte cromatiche
ed efficienza energetica

Nella progettazione architettonica le scelte cromatiche derivano prevalentemente da ragioni estetiche, sebbene abbiano implicazioni dirette sull’efficienza energetica dell’edificio. Il progetto delle componenti d’involucro richiede invece, oggi in particolar modo, un’analisi accurata delle caratteristiche cromatiche dell’edificio o, comunque, una riflessione preliminare sugli effetti che scelte sbagliate o poco ponderate possono provocare. Sempre più l’applicazione dei concetti legati all’efficienza energetica sta condizionando la colorazione degli edifici, soprattutto delle coperture. I risultati sono non del tutto controllati e a volte inattesi. Si pensi ad esempio all’introduzione dei nuovi componenti solari attivi, come i pannelli fotovoltaici (FV), che diffusamente stanno mutando drasticamente la resa cromatica e la percezione degli involucri, richiedendo riflessioni approfondite sul concetto di progetto integrato.

Il “progetto del colore” in architettura deve quindi essere considerato – e attentamente valutato – fin dalla fase preliminare nel sistema di scelte che indirizzano la concezione dell’involucro. Esso influenza allo stesso livello, sia come giustapposizione di sistemi attivi di sfruttamento di energia rinnovabile che di mero rivestimento superficiale, la risultanza estetica e la risposta energetica dell’edificio sottoposto alle sollecitazioni dell’ambiente circostante. Il colore, in definitiva, rappresenta la “prima barriera” tra lo spazio confinato e l’ambiente esterno e ne influenza la risposta energetica come primo elemento “regolatore” dei flussi termici che interessano l’edificio.

La ricerca scientifica come proponente e il sistema produttivo come recettore stanno portando avanti una riconsiderazione delle qualità dei diversi cromatismi abbinabili ai sistemi attivi e passivi, che supportano il progetto di architettura sostenibile e a basso consumo energetico. Sappiamo che il colore è una rappresentazione al nostro occhio della sola porzione della luce visibile, mentre la radiazione solare comprende altre lunghezze d’onda, tra cui l’infrarosso e l’ultravioletto; tuttavia, una relazione diretta tra il riscaldamento e il raffrescamento di una superficie e la sua tipologia di colorazione esiste.

La temperatura raggiunta dalla superficie di un involucro opaco esposto al sole determina la quantità di calore che può successivamente entrare all’interno dell’edificio. Escludendo le tecniche legate all’utilizzo di sistemi schermanti sovrapposti o integrati nell’involucro, per ridurre una temperatura superficiale eccessiva durante l’estate, non si può che agire sulla finitura della superficie esterna; essa è caratterizzata dal tipo di materiale, dalla sua rugosità (o texture superficiale) e, appunto, dal suo colore. In genere, superfici scure e rugose si scaldano più di quelle chiare e lisce…

⇒ l’approfondimento continua sul numero 8 di azero