18
Apr

Riprogettare la pelle delle nostre case: il “cappotto”

L’isolamento termico a cappotto è una soluzione che non interessa solamente i nuovi edifici, ove trova largo impiego, ma costituisce una valida modalità d’intervento anche nella riqualificazione energetica di fabbricati esistenti, settore sempre più importante del mercato edilizio. Negli ultimi cinque anni, infatti, si è assistito a un incremento delle ristrutturazioni del 35%, grazie anche agli sgravi fiscali che hanno incentivato gli interventi edilizi. All’interno del mercato europeo l’Italia si è posizionata al terzo posto per metri quadri di isolante posati (16,5 milioni di metri quadri di pareti coibentate nel 2011, saliti a quasi 17 milioni nel 2012). Davanti a noi si attestano la Germania e la Polonia, l’Austria è al quarto posto.

L’adozione di sistemi a cappotto correttamente dimensionati contribuisce in modo significativo al risparmio energetico degli immobili, collocandosi tra gli interventi – sull’involucro – con il rapporto costi/benefici tra i più favorevoli. Se si riuscisse a intervenire sistematicamente sui 200 milioni di edifici esistenti nell’Unione Europea, si potrebbero ridurre le emissioni di CO2 di alcune migliaia di tonnellate ogni anno. Una delle ricadute immediate sarebbe la diminuzione della domanda energetica (non rinnovabile) che, a oggi, determina la dipendenza dell’Europa dagli stati esteri produttori ed esportatori di energia.

Ma semplicemente “prevedere” l’adozione del cappotto quale soluzione per garantire una buona performance termica dell’involucro non è sufficiente. Anch’esso va progettato, controllato e verificato. Ridurre tale tecnica all’idea di un pannello coibente incollato o tassellato a una chiusura verticale opaca è estremamente riduttivo, nonché pericoloso in termini di risultato finale. Ciò che comunemente chiamiamo “isolamento a cappotto” è un sistema vero e proprio e come tale deve essere affrontato.

Quanto descritto in queste pagine vuole mettere in luce l’articolazione del sistema cappotto, con l’obiettivo finale di rendere i professionisti più consapevoli delle scelte tecnico-progettuali ad esso correlate (…)

⇒ l’articolo continua sul numero 6 di azero