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Riduzione dei ponti termici puntuali nelle pareti perimetrali

Spesso, nelle costruzioni, si tende a trascurare la rilevanza di alcuni dettagli in grado da soli di vanificare il risultato di una buona progettazione; basti pensare che un solo tassello mal applicato alla muratura perimetrale può causare ponti termici di tale entità da richiedere il consumo aggiuntivo di quasi cinque litri di gasolio in un anno! Da questa premessa si evince quale rilevanza abbiano anche le minime compenetrazioni dell’involucro in ogni tipo di struttura edilizia. Le pareti perimetrali di edifici dalle ottime prestazioni energetiche possono essere realizzate con differenti sistemi costruttivi: pareti massicce con un sistema di isolamento termico esterno, facciate ventilate, murature costituite da laterizio con coibente incorporato, oppure si può far uso di strutture portanti a secco in legno o acciaio. La presenza di travi o pilastri, balconi, aggetti e finestre può, però, causare ponti termici lineari qualora non si riesca a ottenere un’uniformità d’isolamento nell’involucro edilizio delle pareti perimetrali. In questa sede si analizzano i ponti termici puntuali – in particolare nelle facciate con rivestimenti su parete o ventilate – e i sistemi che ne consentono l’eliminazione.

Le pareti massicce non sono generalmente interessate dalla presenza di ponti termici: il principio del “pennarello rosso” (caratterizzante l’uniformità di coibentazione dell’involucro edilizio) è, infatti, rispettato senza particolare difficoltà. Solo quando si sceglie uno specifico rivestimento delle facciate occorre porre attenzione all’ancoraggio alla parete esterna per evitare di provocare perdite energetiche puntuali.

Nell’involucro di un edificio isolato termicamente ogni penetrazione provoca, in rapporto alla propria conducibilità termica e alla sua grandezza, perdite di calore supplementari, definibili attraverso il coefficiente di perdita dei ponti termici.

Si distingue tra varie tipologie di queste ultime: quelle puntiformi causati da viti o bulloni, ancore, tasselli e quelle lineari che si formano, per esempio, con la posa dei cassonetti porta tapparella, dei serramenti, la costruzione di balconi sporgenti o il posizionamento di cordoli. (…)

Ponti termici puntuali in coibentazioni a cappotto
Oggi non si parla più di isolanti o cappotti ma di veri e propri sistemi d’isolamento in grado di diminuire anche le perdite di calore che avvengono attraverso i sostegni dello strato isolante, consentendo così la realizzazione di pareti prive di perdite per dispersione o ventilazione. I sistemi prevedono tasselli di tenuta del cappotto costituiti da elementi in materiale plastico puro anche per spessori di isolante considerevoli. Si suggerisce un doppio strato d’isolamento (è opportuno tassellare lo strato inferiore dell’isolamento e incollare un secondo strato) e si raccomanda l’incassatura della testa del tassello (le lastre dello strato isolante sono preforate con fori ciechi oppure le teste durante il montaggio sono incassate nel materiale). (…)

Ponti termici in facciate ventilate
(…) Fondamentale diviene la posa accurata dell’isolamento: agenti atmosferici quali il vento possono, infatti, sviluppare alte velocità dell’aria nelle fessure della ventilazione. È indispensabile, inoltre, garantire la protezione dello strato isolante dall’acqua e dall’umidità mediante sigillatura; per i rivestimenti, le sottostrutture e i dispositivi di fissaggio è necessaria la continua attenzione del progettista e del posatore nonché la ricerca di soluzioni che riducano i ponti termici.
La riduzione delle perdite di calore nelle facciate ventilate è possibile grazie al rispetto di alcuni principi essenziali. È preferibile, innanzitutto, utilizzare separazioni termiche e materiali che abbiano una bassa conducibilità (per esempio acciaio inox, legno incollato, filamenti di carbonio); è importante migliorare la geometria con sezioni trasversali di ridotte dimensioni, progettando un numero ridotto di compenetrazioni. Si consiglia, inoltre, di costruire intelaiature a traliccio con alta capacità portante in rapporto all’utilizzo minimo di materiale; infine, si richiede una bassa conducibilità termica del materiale delle sottostrutture e il ricorso a separazioni termiche. (…)

⇒ l’approfondimento continua sul numero 4 di azero