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Mar

Ponti termici: normativa e strumenti

Il progetto dell’involucro edilizio, che definisce il confine tra gli ambienti riscaldati di un edificio e l’ambiente esterno o altri ambienti non riscaldati, richiede un’attenta valutazione del comportamento termoigrometrico di ciascuna struttura, al fine di perseguire gli obiettivi prestazionali richiesti per l’edificio e garantirne il loro mantenimento nel tempo. Come è noto, il livello minimo di tali obiettivi è definito dall’articolato quadro legislativo in materia di efficienza energetica, che varia a livello territoriale e che, per effetto dell’attuazione della recente Direttiva 2010/31/CE, subirà nei prossimi anni una nuova completa revisione, con vincoli sempre più restrittivi, al fine di conseguire l’obiettivo dell’edificio a energia “quasi zero”.

In tale scenario, il concetto di sistema edificio-impianto è destinato a modificarsi: l’involucro sarà sempre più prestante e l’impianto, meno invasivo, dovrà essere capace di sfruttare le energie rinnovabili. Dal punto di vista professionale, il progetto dell’involucro edilizio risulta avere un’importanza crescente e non può prescindere da un’attenta valutazione dei ponti termici; contestualmente, di maggior rilievo è la responsabilità del progettista o del consulente energetico. L’analisi dei ponti termici è necessaria non solo per valutare correttamente le prestazioni energetiche dell’edificio, applicare correttamente la normativa e rispettare le prescrizioni di legge, ma soprattutto al fine di garantire il mantenimento nel tempo delle condizioni di benessere all’interno degli ambienti.

L’involucro edilizio è un sistema complesso, costituito non solo da superfici quali le pareti, i solai di pavimento, le coperture e le finestre, ma anche dalle relative connessioni; tali superfici, inoltre, molto spesso non sono omogenee, in quanto attraversate da elementi strutturali o interessati da variazioni stratigrafiche. In questi casi si possono venire a creare dei “ponti termici per forma o strutturali”, tecnicamente definibili come “porzioni localizzate dell’involucro edilizio nelle quali non sono più valide le ipotesi di flusso termico monodimensionale” (che caratterizzano le dispersioni termiche attraverso un elemento piano e omogeneo in regime stazionario); il flusso termico assume una geometria bidimensionale nel caso dei ponti termici lineici, o tridimensionale nel caso dei ponti termici puntuali. (…)

⇒ l’articolo completo è stato pubblicato sul numero 13 di azero (vai all’indice)