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Mar

Sistemi di riscaldamento radiante elettrici

Le più recenti direttive europee e i protocolli ambientali si pongono come obiettivo la riduzione delle emissioni di gas climalteranti e dei consumi di energia; in particolare la Direttiva Europea 2010/31/EC rende obbligatorio per i diversi paesi membri l’introduzione di nuovi e più restrittivi requisiti di efficienza energetica che dovranno portare entro il 2020 a nuovi edifici a “energia quasi zero” e a lungimiranti politiche di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. La letteratura oggi riporta numerosi casi studio di edifici progettati e costruiti secondo standard volontari di elevata efficienza energetica: si pensi, ad esempio, agli edifici passivi o addirittura a quelli attivi. In generale, gli edifici di questo tipo sono caratterizzati da un involucro edilizio molto performante, in grado di limitare le dispersioni di calore e controllare gli apporti solari, e dalla presenza di un sistema di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore; la corrispondente domanda di energia termica, molto bassa, è coperta per mezzo di impianti caratterizzati da basse potenze termiche e da una bassa inerzia termica. L’impianto, infatti, deve assecondare la variazione dei carichi termici ambientali che, in questi casi, sono fortemente legati alla presenza di apporti gratuiti.

Il progetto del sistema edificio-impianto di un edificio a energia quasi zero richiede, pertanto, il ripensamento dei sistemi tecnologici, facendo emergere la possibilità di installare sistemi che, per il contesto energetico italiano, non si sono mai affermati in modo diffuso nel nostro paese. Il presente articolo vuole portare all’attenzione del lettore l’opportunità di installare dei sistemi di riscaldamento radiante di tipo elettrico, presentando i risultati di una ricerca sperimentale svolta in collaborazione con il Politecnico di Torino e l’esperienza fatta nell’ambito del progetto di un edificio residenziale in Provincia di Torino soggetto a valutazione della sostenibilità ambientale secondo il Protocollo Itaca della Regione Piemonte. (…)

⇒ l’articolo completo è stato pubblicato sul numero 15 di azero (vai all’indice)