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Controllo passivo del riscaldamento estivo

A partire dal 2005 la cultura, le conoscenze tecniche e le tecnologie del contenimento energetico in Italia hanno conosciuto una notevole evoluzione. A iniziare dalle prime leggi sul contenimento energetico, prima con la Legge 373/76 e poi con la Legge 10/91 e con i Dlgs 192/2005, Dlgs 311/2006 e DPR 59/20009, il legislatore aveva circoscritto il problema al controllo dei consumi energetici per riscaldamento e per la produzione di acqua calda sanitaria, ma con il recepimento delle direttive europee sull’edificio nZEB il problema è stato esteso al controllo del contenimento energetico per raffrescamento. Per la Comunità Europea, infatti, l’edificio a energia zero deve garantire un livello di comfort, oltre che di altissima efficienza, non solo in regime invernale ma anche in regime estivo.

In questi ultimi dieci anni sono stati sperimentati sul nostro territorio dei modelli di costruzione a basso e focus bassissimo consumo energetico ideati e sviluppati in area centro e nord europea. Questi modelli di edificio hanno funzionato molto bene in alcuni contesti climatici italiani ma hanno altresì messo in risalto la necessità di un loro adattamento in contesti caratterizzati da condizioni climatiche molto differenti da quelle dei paesi per i quali erano stati sviluppati. In Italia, dove le condizioni climatiche sono così eterogenee lungo tutta la penisola, non è possibile vincere questa sfida solo utilizzando l’isolamento termico spinto ma, come vedremo in questo breve studio, è necessario ricorrere all’utilizzo della massa termica dell’involucro e di strategie passive di ventilazione naturale e notturna.

Per mettere in risalto questi aspetti utilizzeremo due casi studio: un edificio residenziale nel quale vengono abbattuti i carichi estivi utilizzando lo shading e il nightcooling e un edificio terziario nel quale viene implementata una ventilazione ibrida e verranno messe in risalto le potenzialità delle tecniche passive per garantire il comfort estivo, senza ricorrere a macchine frigorifere. La ricerca è stata condotta mediante analisi termiche dinamiche svolte utilizzando il software Tas Engineering. (…)

⇒ l’articolo completo è stato pubblicato sul numero 16 di azero (vai all’indice)